5 film di viaggio che vi faranno riflettere e sognare

5 film di viaggio che vi faranno riflettere e sognare

 5 film di viaggio che vi faranno riflettere e sognare

State cercando un bel film da vedere in queste uggiose giornate autunnali? Se siete degli inguaribili viaggiatori, ma il lavoro e gli impegni vi trattengono a casa, vi consigliamo questi film per staccare dalla solita routine e volare lontano! Ecco alcuni titoli di cinema di viaggio per trascorrere 2 ore di pura emozione.

Ecco cosa abbiamo selezionato per voi:

TRENO PER DARJEELING – Wes Anderson

India. Un malinconico uomo di mezza età scende frettolosamente da un taxi e insegue un treno in partenza. Durante la corsa si accosta a lui un individuo allampanato, più giovane, che gli lancia un’occhiata fugace e lo supera riuscendo a salire al volo sul treno. Da questa pittoresca corsa al ralenti inizia il viaggio del “Darjeeling Limited”, lo sgangherato convoglio che ospita i tre fratelli Whitman durante il loro tragicomico viaggio indiano. Un viaggio in un’India colorata e pittoresca, autentica (drammatica perfino) e surreale al tempo stesso, si trasforma nell’ennesimo confronto familiare all’interno del cinema. Una commedia dai toni satirici, molto gradevole anche nei suoi momenti di riflessione.

INTO THE WILD – Sean Penn

Il film è tratto dal bestseller di Jon Krakauer e racconta la vera storia di Christopher McCandless giovane della Virginia Occidentale che decide di rifuggire l’omologazione e lo stile di vita proprio della middle class americana alla quale la sua famiglia appartiene. Il ragazzo abbandona le sue certezze e intraprende un viaggio a piedi, alla scoperta dell’essenza della vita. Durante il cammino che lo condurrà in Alaska, verrà a contatto con esperienze, scenari naturali e persone che lo guideranno nella sua ricerca di una sensazione di pace e benessere interiori. Il regista Sean Penn riesce a miscelare con maestria tematiche diverse e complesse: le contraddizioni dell’idealismo, la ricerca di amore, la magnificenza e al tempo stesso la durezza dell’ambiente naturale. Un film che assume connotazioni politiche, potente e commovente.

 

OGNI COSA È ILLUMINATA – Liev Schreiber

Un esordiente nel cinema, Liev Schreiber, propone sul grande schermo un esordiente della letteratura, Jonathan Safran Foer, un ebreo americano che racconta a sua volta di uno studente americano deciso a trovare in Ucraina la donna che salvò suo nonno dalla furia nazista. Jonathan Safran Foer è anche il nome del suo personaggio che compiendo un viaggio nella memoria ricostruisce la vita del villaggio di Trachimbord, uno dei numerosissimi shtetl (villaggi o quartieri con popolazione a larga maggioranza ebraica) bruciati e dimenticati durante la Seconda Guerra Mondiale. Un luogo che ha smesso per sempre di essere geografico sopravvivendo soltanto nell’anima di coloro che ne hanno pazientemente raccolto e conservato, fino a collezionarle, le tracce.

Un’opera prima illuminante e illuminata

Il viaggio di Jonathan si avvia da una fotografia del nonno ritratto accanto ad Augustine. Ad accompagnare la sua ricerca sarà un altro nipote, Alexander Perchov, voce narrante del film, e suo nonno che scopriremo “sopravvissuto” ed ebreo. Il nonno di Alex, per gli amici, è un brusco uomo di Odessa che ha cancellato la sua “ebraicità” fino a trasformarla in rabbioso antisemitismo. La sua cecità, marcata da scuri occhiali da sole e accompagnata da una cagnetta guida “psicopatica”, è finta, simulata quanto la vita che disperatamente ha cercato di vivere lontano da Trachimbord. Un’opera prima illuminante e illuminata come “ogni cosa” nel titolo che lavora sui registri del tragico e del comico, rivelando del primo l’universalità e del secondo il tempo e i modi della cultura, nel caso specifico yiddish ebraica.

 

THE ROAD – John Hillcoat

Sulla strada un uomo e un bambino procedono dietro a un carrello e dentro “una notte più buia del buio e un giorno più grigio di quello passato”. Una pioggia radioattiva ha spento i colori del mondo, una guerra o forse un’apocalisse nucleare ha terminato la natura e le sue creature: gli alberi cadono, gli uccelli hanno perso l’intenzione del volo, il mare ha esaurito il blu, gli uomini non sognano più e si nutrono di uomini e crudeltà. Dal passato verso un futuro che non si vede si muovono un padre e un figlio, resistendo alle intemperie e agli assalti dei disperati con due colpi in canna e il fuoco dell’amore.

Padre e figlio, in viaggio

In viaggio verso sud, il genitore racconta al bambino la sua vita a colori, piena di musica e della dolcezza bionda di sua madre, inghiottita dalla notte e dalla paura di sopravvivere. Lungo la strada il ragazzo esplorerà la propria umanità, imparando la conoscenza del bene e del male.
Bastano pochi minuti e una manciata di inquadrature a consegnare allo spettatore il senso di un’opera che si incammina su una strada chiusa dentro l’ossessione di un padre concentrato e accanito nella cura genitoriale. Molto intenso…

 

SETTE ANNI IN TIBET – Jean Jacques Annaud

Il film, tratto dal romanzo autobiografico di Heinrich Harrer, racconta la storia dello scalatore austriaco e della sua amicizia profonda col Dalai Lama. Partito per una spedizione alpinistica in Tibet sotto l’egida nazista a seguito del fallimento della missione sarà portato a raggiungere in Tibet e qui, arrivato nella città sacra di Lhasa, instaurerà un rapporto di grande affetto con il Dalai Lama bambino che lo porterà a trattenersi per ben 7 anni nel paese. Tra le righe emerge il dramma politico del Tibet alle prese con l’occupazione cinese ma la drammaticità degli eventi si sovrappone all’ironia e alle speranze dei protagonisti. Davvero mozzafiato lo scenario ma, vi sveliamo un piccolo segreto, buona parte del film è girata sulle Ande argentine…

Mirko Rossini e Isabella Corsini