04 Mar Terceira, in cammino tra caldere vulcaniche, vino Verdelho e Queijada da Dona Amélia
Le Azzorre, un piccolo arcipelago portoghese di nove isole perdute in mezzo all’Oceano Atlantico. Un luogo che conserva una magia nascosta, da cogliere negli sguardi delle persone che qui vivono o negli angoli di natura selvaggia raggiungibili a piedi, immersi in boschi che ricordano le foreste equatoriali quanto a stratificazione e complessità.
Qui non troveremo lunghe distese sabbiose in grado di attirare un turismo balneare di massa né la barriera corallina ad arricchire la costa.
Quel che troveremo sono isole nate lungo la dorsale atlantica, una frattura della crosta terrestre che nel corso di milioni di anni le ha generate grazie alla risalita di magma dalle viscere della terra. Come risultato di un’intensa attività vulcanica, le Azzorre ospitano caldere, grotte, crateri e tunnel generati dal movimento della lava durante i processi eruttivi che si sono susseguiti nel tempo.
Ogni isola è speciale e, pur essendo di piccole dimensioni, ognuna di esse rivela un proprio peculiare carattere distintivo. La nostra prossima meta è Terceira, ovvero la ‘terza’, nome che ricorda l’ordine in cui furono effettuate le scoperte delle isole Azzorre, prima di essa furono conosciute Santa Maria e São Miguel.
Terceira, l’approdo obbligato tra Europa ed Americhe
Durante il XV e il XVI secolo, Angra do Herorismo divenne la principale piattaforma conmerciale tra le Azzorre ma anche imprescindibile scalo intercontinentale delle navi che viaggiavano fra l’Europa, l’America e l’India. La città di Angra, fondata nel 1534, divenne il centro politico, economico e religioso delle Azzorre: in essa abbondavano i metalli preziosi e le spezie esotiche. Visiteremo insieme ad una guida turistica il centro storico di Angra do Heroísmo, classificata come Patrimonio Mondiale dall’UNESCO. Il motto della città, “Muito Nobre, Leal e Sempre Constante” (“Nobilissima, Leale e sempre Costante”) sottolinea il ruolo che Terceira ha svolto nella storia coloniale portoghese.
Le fioriture azzurre di Ortensia e la foresta di Laurisilva
In periodo tardo primaverile a caratterizzare il paesaggio di Terceira è la grande abbondanza di Ortensia (Hydrangea macrophilla), pianta dal grande fiore che qui forma lunghe siepi e vaste macchie dall’intenso colore azzurro. Nelle zone più interne e riparate resistono alcuni lembi della foresta di Laurisilva tipica delle Azzorre e altrove quasi scomparsa a causa delle alterazioni dell’uomo. Potremo incontrare la foresta di Laurisilva nella lussureggiante foresta di Misterios Negros, un luogo dal fascino intatto nei secoli. Su Terceira incontriamo spesso un’altissima diversità vegetale con specie provenienti da tutto il mondo “fuggite” dai giardini privati e che hanno qui trovato le condizioni ideali per vivere e prosperare grazie al clima sempre mite e alla piovosità presente durante tutto l’anno.
Eruzioni vulcaniche, vaste caldere e tunnel lavici
L’isola esprime inoltre la sua natura vulcanica alla massima potenza. Sono presenti 4 stratovulcano (i classici vulcani con forma conica e pendii molto scoscesi) sull’isola di cui sono tuttora visibili le caldere vulcaniche (ampie depressioni circolari generate dallo svuotamento della camera magmatica) che sono tra le più grandi presenti alle Azzorre.
Faremo tappa alla Caldera Guilherme Moniz e ci attende un viaggio al centro della Terra entrando nell’Algar do Carvão, spettacolare abisso lavico situato nel cuore dell’isola.
La lava, infatti, nel suo fluire può generare grandi tunnel sotterranei che svuotano alla fine dell’eruzione e che, talvolta, diventano visitabili quando il “tetto” del tunnel lavico crolla a seguito di esplosioni gassose. Nella zona nord dell’isola potremo inoltre ammirare le colonne basaltiche di eruzioni recenti che si stagliano davanti all’oceano Atlantico.
Vista la “tempestosa” vicinanza con l’oceano potremo tuffarci nelle deliziose e riparate piscine naturali che circondano l’isola, immergendoci nell’oceano ma godendo della protezione che offrono le rocce basaltiche che qui hanno formato vere e proprie insenature riparate dai venti e dalle onde più forti.
Whalewatching e tradizione baleniera
Terceira è anche isola con tradizione baleniera. L’ultimo Capodoglio è stato cacciato nel 1987. Nel passato le torri di osservazione presenti sulle isole Azzorre venivano utilizzate per segnalare la presenza di capodoglie mettevano in movimento interi villaggi che si mobilitavano e partivano per la caccia. Il grasso di capodoglio presente principalmente nella testa di questi grandi mammiferi marini veniva trasformato in olio per illuminazione, carne e ossa diventavano mangime per animali.
Dopo la protezione accordata ai mammiferi marini, le isole Azzorre sono diventate il regno dell’ecoturismo e del whalewatching e non è difficile l’osservazione ravvicinata di affascinanti cetacei come balene, capodogli, delfini, orche.
Cultura vinicola ed enogastronomica di Terceira
Terceira è anche isola del vino Verdelho per via dell’opera di sistemazione del territorio legata alla coltivazione della vite fatta nel corso dei secoli. Muretti, mulattiere, villaggi rurali, chiese e cantine realizzati in pietra lavica rendono la regione di Biscoitos sicuramente imperdibile e la colonizzazione di muschi e licheni sul basalto nero crea un effetto cromatico davvero unico.
A dispetto della posizione in mezzo all’oceano la cucina tradizionale fa un largo utilizzo di piatti di carne. Il bestiame viene allevato al pascolo brado nell’isola e avremo l’opportunità di assaggiare il rinomato queso dell’isola di Sao Jorge. Dal latte delle tante mucche che costellano i profumati pascoli di quest’isola si produce, infatti, un pregiato formaggio a pasta semidura dall’aroma che ricorda la fontina valdostana. E dulcis in fundo, assaggeremo le deliziose Queijada da Dona Amélia, un dolce tradizionale per “vere regine”. Il suo nome è infatti legato alla visita della regina Amelia, l’ultima regina portoghese, cui fu offerto durante la sua visita su Terceira del 1901…
Termina qui l’anticipazione del nostro viaggio, c’è molto altro da scoprire e lo faremo insieme dall’1 al 5 Maggio sull’arcipelago perduto…