Ecoturismo in Giordania: Petra, Wadi Rum e un gruppo di amici

Ecoturismo in Giordania: Petra, Wadi Rum e un gruppo di amici

Ecoturismo in Giordania: Petra, Wadi Rum e un gruppo di amici

Sono rientrata ormai da due settimane dal viaggio in Giordania, organizzato da “Il Ponticello” a cavallo delle festività natalizie 2013/2014.
I giorni passano velocemente, ma il ricordo e la piacevolezza di questo “amazing trip” sono ancora vivi e impressi nella mia mente.

Difficile sintetizzare un viaggio dalle numerose sfaccettature, un viaggio all’insegna del contatto vero con la natura e con gli usi e le abitudini dei posti visitati, talora reconditi angoli inediti ed inaccessibili ai milioni di turisti che si riversano tutto l’anno in Giordania, un viaggio all’insegna dell’avventura e dell’attrazione, della cultura e anche del divertimento, un viaggio davvero emozionante, stimolante e trainante per le diverse attività proposte, a partire dal volo per Amman con scalo e tappa nella stupenda Istanbul di notte, dall’arrivo ad Amman e la prima colazione (senza il caffettino italiano) appena usciti dall’aeroporto, dalla visita al Castello di Al Mushatta, la cui costruzione non è mai stata portata a termine.

Madaba, il Mar Morto e la “Briscola di Cuori”

E ancora la sosta nella città di Madaba con la sua Mappa- Mosaico di Gerusalemme e della Terra Santa, conservato nella chiesa greco-ortodossa di San Giorgio, al tragitto in pendenza verso il Mar Morto, la depressione più profonda della terra, alla prima escursione lungo i wadi e al bagno ristoratore nel Mare Salato (con la mia “super” catapultata e l’immersione completa anche degli occhi, non curante dei tanti consigli e delle calde raccomandazioni lette e rilette sull’impossibilità di poter fare il bagno come si conviene a un’ingenua bagnante di provincia!!! banale dire che è assolutamente da evitare), al ritrovo post cena sulla veranda dello chalet condiviso con le mie compagne, giocando a “Briscola di Cuori” (il gioco proposto dalla mascotte del nostro gruppo) fino a tarda serata (le 19.30!!!), al percorso nella Riserva del Wadi Mujib.

Petra, la città scolpita nella roccia

Il giorno seguente, il trasferimento, tutto in risalita, a Piccola Petra, la tappa al Castello dei Crociati, le escursioni per due giorni interi nella Petra archeologica, una delle Sette Meraviglie del Mondo, cominciando con il percorso del Siq; giunti quasi al termine della stretta gola, il momento tanto aspettato, la vista del Tesoro, che nel giro di pochi passi ci si trova di fronte in tutta la sua grandezza e imponenza.


A seguire dopo quel momento unico – in cui sono stata sopraffatta da un’emozione indimenticabile- le “arrampicate sui gradoni” che conducono ai posti sovrastanti e panoramici della città scolpita nella roccia, il Monastero, la parte quasi più inespugnabile, l’Altare Sacrificale, le Tombe Reali e la vista del Tesoro dall’alto.

Luoghi dal fascino maestoso e di profonda suggestione, in cui si perde la cognizione del tempo; scenari mozzafiato e paesaggi rocciosi dalle infinite note cromatiche; indescrivibili le sensazioni provate e le emozioni vissute, stupore e meraviglia, emozione e commozione, gioia interiore per aver visto dal vivo il “gioiello incastonato nella pietra”.

Un insolito primo dell’anno

Trasferimento nel fantastico deserto rosso del Wadi Rum.
A bordo di una jeep, appena sobbalzati lungo il morbido percorso di sabbia rossa, piacevolmente accarezzati dal vento sibilante e avvolti da un’atmosfera surreale, da scenografia di film, venivamo condotti ai nostri itinerari nel deserto, il canyon e le dune, con meritata pausa pranzo e l’immancabile the del deserto sul grande tappeto allestito dalla nostra guida.


Ci ripenso ora: era Capodanno, non ho udito alcun beep di sms, niente tecnologia, niente rumori stressanti, solo natura, il colore rosso della sabbia e delle rocce, il sorriso soffuso e rilassato dei miei stupendi compagni di viaggio e il fuoco del piccolo falò che ha scaldato il nostro the e soprattutto il nostro cuore.

La sera, dopo aver gustato la buonissima cena preparata dagli “uomini del deserto” dell’ultimo Camp, prima di coricarmi, qualche minuto strappato alla notte, a guardare il più bel cielo stellato che io abbia mai visto.
Il giorno dopo, l’ultimo in Giordania: per alcuni la traversata sul dromedario dell’ultima tratta prevista nel deserto, per la parte rimanente del gruppo il percorso, accompagnati da un silenzio inebriante e dal vento sibilante e incalzante, dell’anello attorno ai Sette Pilastri della Saggezza, altra meraviglia di questa fascia della terra, spesso nota come Deserto di Lawrence, in cui sicuramente sarebbe valsa la pena di trascorrere almeno un’altra notte.

E per concludere la visita al castello di Al Karak, ultima tappa del nostro viaggio prima di raggiungere l’aeroporto di Amman.

Ecolodge e campi tendati beduini

Direi qualche parola sulle strutture che ci hanno ospitato: in particolare sugli ecolodge gestiti dai beduini caratterizzati da estrema essenzialità, nella cucina e nella gestione delle necessità quotidiane, che hanno consentito una sorta di distacco completo dai ritmi incalzanti, ai quali siamo più o meno tutti abituati, dai rumori, dal traffico, dall’aria inquinata, dalle tecnologie che regnano sovrane nella nostra vita quotidiana, efficaci si, ma di cui forse si abusa e di cui si fa un uso esasperato anche in quei momenti della giornata che potrebbero benissimo farne a meno, ritrovandosi a sperimentare un contatto più intenso con se stessi e con coloro che hanno scelto di condividere un’esperienza e un percorso davvero straordinari.

E tanti amici da ricordare…

Bravissimo Musa (Mosé), la guida locale parlante italiano, che, insieme all’autista Ibrahim, ci ha accompagnato durante tutto il viaggio dall’arrivo in aeroporto ad Amman fino al Wadi Rum e che ci ha guidato – anche grazie alla sua calda umanità – nelle visite delle diverse mete, alla scoperta di antichi luoghi, usi e tradizioni, sottolineando ogni dettaglio e particolare utili alla migliore comprensione della storia e della cultura giordana attraverso le varie ere storiche, a partire dalla civiltà dei Nabatei – grandi ingeneri idraulici, specializzati nel convogliare le acque – l’epoca dei grandi flussi commerciali e dei carovanieri che attraversavano Petra, la conquista romana e le imprese dei Crociati per arrivare alla scoperta della città dimenticata nei primi del 1800 fino ai giorni nostri.


Giove Pluvio è sempre al nostro fianco

Infine una piccola nota pratica in riferimento alle condizioni meteo, comunque da tenere ben presente: in Giordania, nel periodo in cui si è svolto il nostro viaggio, le temperature soprattutto nelle ore mattutine e notturne si abbassano notevolmente (abbiamo toccato 2 C° una notte) rispetto a quelle diurne (15 C° nella fascia centrale per arrivare a 20C° nel Wadi Rum). Direi un clima, che di sera e di notte richiede un abbigliamento pesante, ma in compenso di giorno consente di camminare e “scarpinare” con maggiore leggerezza e scioltezza rispetto a quando si affrontano le stesse mete con la calura autunnale e – non oso dire – quella estiva.


Sicuramente merita un grande plauso l’attività preparatoria e di coordinamento del viaggio da parte di tutto lo staff de Il Ponticello, la gestione operativa del viaggio a cura della nostra guida Pietro, un itinerario che consiglio vivamente di riproporre, magari invertendo l’ordine delle mete, quindi partendo dal deserto, finendo con la tappa relax del bagno nel Mar Morto, prima del rientro in Italia.

Last but not least, la mia gratitudine all’ottima compagnia e alla felice sintonia dei partecipanti (tra cui due neo-sposini), otto in totale, compresa la nostra guida italiana, direi un numero perfetto per questo tipo di viaggi.

Francesca Capoccia

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