Il fascino del passato: i 5 borghi fantasma più belli delle Marche

Il fascino del passato: i 5 borghi fantasma più belli delle Marche

Il fascino del passato: i 5 borghi fantasma più belli delle Marche

Le Marche sono ricche di piccoli gioielli architettonici, tra questi tanti antichi borghi incastonati tra pareti rocciose, che si ergono tra affilati speroni di roccia o su dolci declivi collinari. Alcuni di questi borghi sono ormai “dimenticati” e testimoniano un antico stile di vita in cui la Natura scandiva il ritmo delle giornate e un legame imprescindibile tra la Terra ed i suoi frutti. Si tratta di borghi e villaggi rurali che nascono in periodo medievale come baluardo di difesa contro attacchi esterni e che, dal secondo dopoguerra ad oggi, hanno risentito duramente del progressivo esodo verso i nuclei abitati costieri.

Preziosi testimoni del passato

Il risultato di questo fenomeno sociale sono stati interi nuclei agricoli abbandonati ed ormai in rovina. Sebbene molti di questi preziosi testimoni del passato versino attualmente in uno stato di abbandono, i “borghi dimenticati” continuano a trasmettere il fascino antico e ad accendere immagini della vitalità che li attraversava a coloro che hanno la fortuna di incontrarli lungo il cammino. Ecco alcuni dei più interessanti borghi abbandonati delle Marche.

chiesa Pietrarubbia

Castelnuovo (Auditore, PU)

Su un poggio nel confine nord orientale delle Marche, vicinissimo alla Romagna, sorge un piccolo borgo che emana un’atmosfera tra il fiabesco e il misterioso. Come in quadro dell’inglese William Turner, i colori si fondono e confondono con la luce raccontando la storia dei luoghi e dei personaggi che li abitavano. Questo borgo di 50 abitazioni ricadenti nel comune di Auditore (PU) è Castelnuovo. Della struttura difensiva rimane parte della cinta muraria medievale, invece del Castello persiste solo il ricordo. La graziosa chiesa è quasi totalmente in rovina ma ne rimane fieramente in piedi il campanile che svetta sopra il bosco e i tetti delle case chiamando a sè i viandanti che si avventurano nelle colline tra le valli dei fiumi Foglia e Conca.

castelnuovo

Borgo di Castelnuovo (PU) – Ph. Gabriele Bartolini

Castello di Pietrarubbia (PU)

Alle porte del Parco Sasso Simone e Simoncello, nella Provincia di Pesaro Urbino, si erge il borgo di Pietrarubbia che volge il volto all’omonimo Castello incastonato nella roccia, il più antico del Montefeltro ed esistente già nel V secolo. Il piccolo agglomerato urbano è sospeso su uno sperone di conglomerati che al tramonto virano al colore rosso. Alla tonalità di queste rocce, che testimoniano la presenza di un antico corso fluviale che si allungava in direzione di Lunano, si deve il nome del borgo derivante dal latino petra rubea.

Il recupero del borgo e il Centro per il Trattamento Artistico dei Metalli

Il paese di Pietrarubbia è stata sottratto all’incuria del tempo e recentemente ristrutturato e accoglie il Centro per il Trattamento Artistico dei Metalli voluto dall’artista Arnaldo Pomodoro. Oltre al palazzo gentilizio che ospita la mostra permanente del Centro TAM, qui incontriamo un pugno di case, la deliziosa chiesa di San Silvestro che ospita due sculture di Arnaldo Pomodoro, il palazzo del vicariato che ospitava una struttura ricettiva non più attiva, la torre campanaria ed l’ultimo dei torrioni dei castello ancora esistenti che domina il bordo dalla sommità del masso di conglomerati.

Rocchetta (Acquasanta Terme, AP)

Il borgo di Rocchetta, in una delle vallate più recondite della provincia di Ascoli Piceno, nel distretto chiamato “Appennino Perduto” domina dalla posizione panoramica su castagneti e boschi misti della valle del Tronto e vanta una storia recente particolare e un auspicabile promettente avvenire. Il villaggio, di origini molto antiche (i primi documenti che ne attestano la presenza risalgono al 1255), si sviluppa in verticale su terrazzamenti naturali di arenaria: alcune case si aggrappano alla parete verticale della roccia come elemento portante dell’edificio. Qui il confine tra strutture architettoniche e natura sembra venire meno e il borgo si incastona perfettamente nel paesaggio in un esempio di assoluta armonia.

Il tentativo di rinascita e l’albergo diffuso

Nel 1977 il borgo viene totalmente abbandonato poiché isolato e quindi ormai scomodo per l’odierno stile di vita. Oggi, grazie alla spinta degli enti locali e di una società privata in collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, è iniziato il recupero di Rocchetta in forma di albergo diffuso. L’opera di ristrutturazione del borgo si pone la sfida di mantenere le forme architettoniche originali e nel contempo permettere di accogliere ospiti interessati a riscoprire il sapore dei tempi antichi e il valore della semplicità.

rocchetta

Borgo di Rocchetta (AP)

Villa Montiego (Piobbico, PU)

Villa Montiego è il borgo bianco costruito con la pietra maiolica che sorge alle pendici est della gola incisa dal fiume Candigliano nell’anticlinale tra Monte di Montiego e Monte Paludello a poca distanza da Piobbico, in provincia di Pesaro Urbino. Il piccolo pugno di case di Villa Montiego è situato a 662 m di quota ed ha origini molto antiche tanto che pare essere stato popolato già a partire dal 1200 ospitando fino ad un massimo di 20 famiglie. Attualmente il paese presenta alcune abitazioni, la chiesa, il cimitero ed il fontanile ed è stato ristrutturato da parte di istituti religiosi al fine di ospitare scolaresche e campi scout nei mesi estivi.

La Balza della Penna e le sue vertiginose pareti

Al di fuori della stagione estiva, il piccolo borgo recupera il suo fascino ed è raro incontrarvi persone che non siano pochi cercatori di funghi o appassionati di escursioni. A pochi passi dal paese, merita una deviazione la strapiombante parete detta Balza della Penna. La balza si presenta come un’imponente e meravigliosa parete calcarea alta 200 m che si staglia sulla sottostante valle del Candigliano e dalla quale si gode di uno splendido panorama sulla tortuosa gola in cui si snoda questo affluente del fiume Metauro.

villa montiego

Villa Montiego (PU)

Cossinino da Piedi (Comunanza, AP)

Tornando nell’ascolano, nel territorio di Comunanza incontriamo, purtroppo in progressivo decadimento, il borgo fantasma di Cossinino da Piedi. Questa manciata di case si rivela di grande interesse storico in quanto ospita all’interno di alcuni edifici medievali enigmatiche iscrizioni e misteriosi simboli. Tra questi spicca una preziosa iscrizione, oggetto di accesi dibattiti e che rimane tuttora avvolta da un’area di mistero sebbene vi sia accordo nel ritenerla di epoca proto-picena. Quel che è sicuro è che il meraviglioso architrave che ospita l’iscrizione dovrebbe essere diversamente tutelato e messo in sicurezza. Poco distante da Cossinino da Piedi merita una visita il borgo fantasma di Ficocchia e di qui si può raggiungere una tappa del Cammino Francescano della Marca che collega Assisi ad Ascoli per le vie ed i sentieri percorsi da San Francesco nei suoi spostamenti tra le due città.