27 Apr Le 8 Cascate più spettacolari delle Marche!
Le 8 Cascate più spettacolari delle Marche!
“Se vi è una magia su questo pianeta, è contenuta nell’acqua” diceva lo scrittore ed accademico americano Loren Eiseley. Il gorgogliare del torrente, il fragore della cascata, le lussureggianti felci che adornano le rive, il merlo acquaiolo che vola veloce sull’acqua sono tra le emozioni più forti che si possano provare durante un’escursione nella natura. Nelle stagione più assolate ci attende una fresca doccia o un rigenerante pediluvio ed è sufficiente una giornata di cammino tra torrenti e cascate per donare armonia allo spirito, e infatti proprio l’acqua in movimento è componente essenziale dei giardini “meditativi” zen. Conosciamo insieme le 8 cascate più spettacolari delle Marche!
Cascata sul fiume Conca (Villagrande di Montecopiolo (PU)
Nella regione storica del Montefeltro, la cui etimologia deriva dall’antico nome di San Leo, cioè Mons Feretrius, che a sua volta deriva dal tempio pagano dedicato a Giove Feretrio, troviamo la prima delle cascate marchigiane. Qui, all’interno del Parco del Sasso Simone e Simoncello, si origina il fiume Conca che trova la propria sorgente nei valloni del Monte Carpegna per sfociare nel mare Adriatico a poca distanza da Misano Adriatico (RN). In località Ponte Conca, ai piedi del massiccio del Carpegna ed a pochi minuti di cammino dalla strada che conduce a Villagrande di Montecopiolo (PU) il fiume crea alcune deliziose cascate cui è possibile avvicinarsi, con le dovute cautele (il letto del fiume è ricoperto da scivolosa calcarenite), per una rinfrescante doccia.
Cascata del Sasso (Sant’Angelo in Vado, PU)
Il Metauro è il più conosciuto fiume delle Marche e si origina dalla fusione dei due torrenti principali che lo originano: il Meta che proviene dal valico appenninico di Bocca Trabaria in provincia di Pesaro e Urbino e l’Auro che ha le sue sorgenti in terra toscana sul Monte Maggiore. Noto per la terribile e sanguinosa battaglia del Metauro del 207 A.C. tra i consoli romani Marco Livio Salinatore e Gaio Claudio Nerone, e l’esercito cartaginese di Asdrubale, a pochi km dalla sua sorgente dà origine alla splendida Cascata del Sasso. Si tratta di uno spettacolare salto alto 12 metri e ampio 60 m che si genera grazie ad una sequenza di strati calcarei più resistenti all’erosione fluviale e che troviamo in comune di Sant’Angelo in Vado (PU) a pochi passi (purtroppo) dalla zona artigianale.
Cascata del Molino (Apecchio, PU)
Muovendoci verso Apecchio (PU), incontriamo il Monte Nerone, splendida montagna calcarea posta nella parte più settentrionale della Dorsale Umbro-Marchigiana. L’origine del nome deriva probabilmente delle cupe nubi che sovente ne avvolgono la cima. Il Nerone è conosciuto soprattutto per la ricchezza di fenomeni carsici e stupefacenti grotte tra le quali citiamo la Grotta di Nerone, del Borghetto, delle Tassare, dei Cinque Laghi ma anche per le tante cascate che è qui possibile incontrare. Tra queste è facile raggiungere la cascata del Molino situata in corrispondenza dei ruderi del Mulino della Carda abbarbicati sulla sommità di una forra. Il mulino è stato costruito in corrispondenza di un notevole salto d’acqua, suddiviso in una sequenza di cascate e scivoli, intercalati ad alcune suggestive “marmitte dei giganti”.
Cascata della Gola di Jana (Matelica, MC)
Spostandoci nella Riserva Naturale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito incontriamo un’altra gemma nascosta del patrimonio naturale regionale. Da Braccano (MC), frazione di Matelica nota per i tanti murales che rendono questo piccolo borgo meritevole di una sosta fotografica, proseguiamo lungo l’omonimo fosso fino ad incontrare una stretta gola, la Gola di Jana. Via via che proseguiamo, la forra si stringe ed affrontando un paio di passando non proprio agevoli (anche qui è necessario prestare la massima attenzione) è possibile raggiungere una cascata davvero mozzafiato.
Cascata della Gola dei Tre Santi (Sarnano MC)
Nel Parco Nazionale del Monti Sibillini incontriamo la poco nota Valle Tre Santi, che conserva una fragorosa cascata nell’omonima gola scavata dal torrente Tennacola. Siamo nel territorio del comune di Sarnano (MC), nei pressi dell’Abbazia di Piobbico, antico complesso fondato addirittura intorno all’anno Mille. Il sentiero per raggiungere la cascata si sviluppa inizialmente nel bosco per entrare poi nella Gola dei Tre Santi che diviene, a poco a poco, sempre più stretta e angusta. Al termine della gola, nalla parete sinistra della gola si apre un passaggio, una piccola deviazione, attraverso la quale si raggiunge la cascata. Copritevi bene, è un angolo davvero fresco ed ombroso in ogni stagione.
Cascata del Rio (Montefortino FM)
Per raggiungere la Cascata del Rio, affluente del Tenna, è necessario salire attraverso la Gola dell’Infernaccio fino all’eremo di San Leonardo, noto per essere stato ricostruito dalle sue macerie da Padre Pietro Lavini, frate di recente scomparso. Dall’eremo si prosegue sul sentiero (poco agevole a dire la verità) addentrandoci in un’ombrosa faggeta per risalire il torrente alternando passaggi sull’esile traccia ad attraversamenti del letto del corso d’acqua. Alta e sottile, compare infine come una visione improvvisa la Cascata del Rio nella suggestione selvaggia di alte pareti rocciose, in una delle aree più affascinanti dei Monti Sibillini.
Cascata della Grotta del Petrienno (Acquasanta Terme AP)
Nell’Appennino Perduto, così chiamato in quanto si tratta di un’area poco conosciuta situata a cavallo tra i più noti parchi nazionali dei Monti Sibillini e dei Monti della Laga, un’escursione non impegnativa che parte dal borgo fantasma di Tallacano (AP) ci conduce alla Grotta del Petrienno. Qui incontriamo anche l’omonima cascata: l’acqua scende nel varco che si è creata nella pietra attraverso un incessante lavorio e il fascino di questo ambiente è accresciuto dalle vicine cavità naturali che ospitano delle caratteristiche casupole in pietra ormai abbandonate. Si trattava di ricoveri di pastori e carbonai, nonché rifugi per la popolazione in tempo di guerra.
Cascate della Prata e della Volpara (Acquasanta Terme AP)
Arrivando infine al settore meridionale delle Marche raggiungiamo il borgo di Umito (AP), nel versante marchigiano dei Monti della Laga, per iniziare una comoda escursione con dislivello via via crescente tra esemplari secolari di castagno. In primavera ci accolgono fioriture di ciclamini e colorate primule e l’abbondante presenza della delicata capelvenere, ed effettuando una deviazione si arriva a quota 900 m per ammirare la Cascata della Prata, in cui il flusso d’acqua scende in un ambiente fiabesco su letti di arenaria. Ripreso il sentiero principale il cammino prosegue fino a raggiungere le Cascate della Volpara il cui salto selvaggio e vertiginoso vi lascerà davvero senza fiato.