14 Lug Parco Nazionale dei Monti Sibillini, patria di miti e leggende
I luoghi della Sibilla
Il territorio incluso nei confini del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è stato sempre capace di attrarre visitatori, affascinati dai miti e dalle leggende locali, come l’Enigma della Sibilla.
Oggi il Parco ricopre un’area di 70.000 ettari, al cui interno numerose vette della catena montuosa spiccano superando i 2.000 metri: il Monte Vettore (2476 m), Cima del Redentore (2448 m) e Monte Priora (2332 m.).
I Monti Sibillini sono costituiti da rocce calcaree formatesi sui fondali di mari che occupavano la zona in ere geologiche antiche.
La morfologia dell’area è frutto di fenomeni carsici e dell’azione glaciale riconoscibile nelle valli ad “U” ed in bacini glaciali tuttora riscontrabili.
Famosi sono infatti tre depressioni di alta quota di tale origine, i Piani di Castelluccio (Pian Perduto, Pian Grande e Pian Piccolo).
Paesaggi suggestivi
Nel Parco sono situati il lago di Fiastra (artificiale) e, sotto la sommità del Vettore, il mitico lago di Pilato (1940 m), racchiuso tra pareti verticali in una stretta valle glaciale.
Particolarmente suggestiva è la Gole dell’Infernaccio, splendida gola naturale frutto del paziente lavoro del fiume Tenna che, nel corso di milioni di anni, ha eroso queste rocce.
Ciò ha creato un panorama suggestivo, dove le possenti e vertiginose pareti di roccia sembrano sfiorarsi, impedendo il passaggio alla luce solare.
Questi stessi toponimi rivelano quanto storia e mito, tradizione e cultura si intreccino con i luoghi del Parco.
I Monti Sibillini infatti sono stati meta e crocevia nel tardo Medioevo e nel Rinascimento di maghi, cavalieri erranti e uomini di cultura di cui restano tanti racconti e leggende.
Diversità e ricchezza biologica
Boschi di roverella, carpino nero e orniello coprono i versanti dei monti fino agli metri di quota dando spazio alla faggeta che raggiunge i 1700 m questi lasciano spazio ai pascoli. Questi regalano specie floristiche assai pregiate e rare come il Ginepì dell’Appenino, la Stella alpina dell’Appennino, e la Viola eugenia.
Nel Parco sono presenti circa 1800 diverse specie botaniche, tra cui alcune davvero splendide come l’Anemone alpino, la Silene a cuscinetto, il Giglio martagone, l’Uva ursina e oltre 30 specie di orchidee.
Tra le specie faunistiche più curiose del parco spicca la Vipera dell’Orsini (Vipera ursinii), specie protetta in Italia che vive solo in zone montane, al di sopra della vegetazione di alto fusto (quota massima 2400 m). E’ praticamente innocua nei confronti dell’uomo, è però temuta e spesso uccisa indiscriminatamente.
Tra le 50 specie di mammiferi presenti meritano di essere ricordati il Lupo, l’Istrice, il Gatto selvatico, la sempre più rara Martora, l’Arvicola delle nevi, il Camoscio appenninico e il Cervo, questi ultimi recentemente reintrodotti con la volontà di ristabilire un ecosistema equilibrato.
Gastronomia tipica
Nel distretto dei Monti Sibillini si producono salumi straordinari: il Ciauscolo, i salami di fegato e patate, le lonze e i capocolli, i salami lardellati e prosciutti, accontentano i palati più esigenti.
La storia di questo territorio è legata alla transumanza: il formaggio più noto è il pecorino prodotto anche dall’antica razza di pecora Sopravissana. Si trovano inoltre anche le ricotte (fresche o stagionate) e, in misura minore, caprini o formaggi misti.
Il territorio presenta antiche varietà di mele come la Mela Rosa dei Sibillini, eccellenti produzioni di miele, tartufi, funghi, castagne, ceci, cicerchie, farine di grano, di granoturco e di roveia. Rinomate sono le lenticchie di Castelluccio di Norcia,
A conclusione dei pasti si possono degustare i due tradizionali digestivi della zona, il Mistrà e il Vincotto.
Tra le ricette tipiche il castagnaccio (dolce autunnale a base di castagne), la zuppa di lenticchie di Castelluccio e la marmellata di Marroni dei Sibillini.
Attività
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini offre numerose attività, come trekking, passeggiate, escursioni a piedi, in mountain bike o a cavallo, rafting, parapendio e deltaplano. Nel torrente Nera si può fare pesca di trote, presenti in queste acque in abbondanza sin dall’antichità.
Ciaspolate, discesa e sci di fondo e kiteski allietano il periodo invernale.