14 Lug Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, il cuore verde d’Italia
Aree forestali d’eccellenza
Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, nel territorio a cavallo di Romagna e Toscana, comprende boschi misti e foreste tra i più estesi e meglio conservati d’Italia.
Il suo cuore è costituito dalle secolari Foreste Demaniali Casentinesi, al cui interno si trova la Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, le cui faggete vetuste sono entrate a far parte dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità dell’UNESCO. Dalla seconda vetta più alta del parco, il Monte Falterona (1.654 m), nasce il fiume Arno, il Monte Falco è appena 4 m più alto con quota 1658 m.
La biodiversità del Parco
Le grandi foreste ricoprono più dell’80% dell’area, con un’elevata fitodiversità. Ben 1125 specie sono da considerare indigene e presenti sul territorio. Oltre alla vegetazione della fascia montana, come faggi, aceri, frassini, tigli e olmi, troviamo anche quella di fascia submontana, rappresentata da carpini neri, querce, cerri, castagni.
Queste foreste, oltre alla scarsa densità abitativa dell’uomo, rendono il territorio un luogo ideale per la fauna selvatica. Il parco ospita la più ingente popolazione di Lupo dell’Appennino settentrionale, stimata in una cinquantina di esemplari, suddivisi in branchi distribuiti su tutto il territorio del Parco. Uno dei fattori che ha favorito il Lupo sul territorio della specie, insieme alla vastissima copertura forestale, è la consistente presenza di 5 specie di ungulati: Cinghiale, Capriolo, Daino, Cervo e Muflone, quest’ultimo reintrodotto nel secolo scorso.
Uomo e Natura
Il massiccio esodo che seguì il secondo dopoguerra ha fatto sì che il numero attuale degli abitanti del Parco si riducesse a 1500. Nel paesaggio i segni dell’uomo non sono scomparsi, ma congelati dall’abbandono: vecchie case, mulini, ponti, mulattiere conducono l’escursionista alla scoperta di una civiltà, quella della cosiddetta “Romagna Toscana” che ha caratteri propri e particolari. Nel versante Toscano il quadro ambientale è completato da un territorio submontano chiaramente segnato dall’attività dell’uomo che ha modellato un paesaggio fatto di boschi alternati a pascoli e coltivi, pievi, eremi, monasteri.
All’interno del Parco ci sono due poli di grande fascino ed importanza spirituale: il Santuario della Verna, sorto sul Monte Verna, uno dei romitori in cui S.Francesco d’Assisi soleva ritirarsi, e l’Eremo e il Monastero di Camaldoli, in cui si respira ancora la tradizione monastica camaldolese.
Gastronomia tipica
Numerosi sono i prodotti da segnalare che appartengono alla tradizione culinaria locale.
Il raviggiolo è un formaggio vaccino a pasta bianca, tenera, dal sapore molto delicato, quasi dolce, leggermente burroso, tradizionalmente presentato su felci.
La salsiccia matta “Ciavar”è ottenuta dalla lavorazione delle carni meno pregiate del maiale, quali lingua, cuore, guancia e frattaglie, in linea con la saggezza contadina che non ammetti sprechi.
Un altro salume molto grasso e saporito, ottenuto dalla guancia del maiale, è la Gota.
Il Tortello alla lastra, un grande raviolo ripieno di patate e formaggio e di dimensioni variabili, nato come alimento “povero”, è considerato una prelibatezza delle terre di confine tra Romagna e Toscana.
Infine, la Melata d’abete, prodotto apistico ottenuto dalle secrezioni degli afidi di queste conifere, ha un sapore dolce e aromatico e caratteristiche balsamiche.
Attività
Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è ideale per la pratica di trekking ed escursioni, passeggiate a cavallo e in bicicletta, pesca sportiva e, in inverno, ciaspolate, sci di fondo ed escursionistico lungo i 600 km della rete sentieristica.