19 Gen Riserva dello Zingaro, un angolo di paradiso tra mare e terra
Sicilia occidentale, una sapiente mescolanza di profumi e suggestioni mediterranee
Incontreremo diverse torri che sono parte di un antico sistema difensivo che consentiva di trasmettere rapidamente l’allarme in occasione di incursioni dei saraceni, utilizzando messaggi di fumo e fuoco da una torre all’altra.Nei giorni successivi osserveremo anche la Torre che difendeva la Tonnara di Scopello e poco distante la Torre dell’Uzzo nella Riserva Naturale dello Zingaro o ancora la Torre di Nubia nella Riserva Naturale delle Saline di Trapani e Paceco.
Monte Cofano è una riserva naturale carsica e in quanto tale ricca di grotte come la Mangiapane, oggi teatro di uno scenografico presepe vivente, e che prende nome dalla famiglia che qui risiedette all’inizio del XIX secolo.
Un bagno ristoratore ci prepara alla salita che ci conduce a Baglio Cofano e infine alle auto.
Nel territorio siciliano, il baglio era una fattoria fortificata affacciata sul cortile interno e nella quale vivevano sia i braccianti, sia i proprietari.
Si trattava, in pratica, del nucleo centrale del latifondo che fin dal XVI secolo fu la tipologia dominante di conduzione del territorio.
Baglio più interessante che visitiamo è sicuramente il nucleo centrale di Scopello
Infatti nel nostro secondo giorno, complice il vento di Scirocco che causa la chiusura della Riserva Naturale dello Zingaro, facciamo tappa nel borgo di Scopello e ci riposiamo nella cala della sottostante tonnara, un luogo magnifico nel quale sono stati girati scene di film come Ocean’s Twelve e serial televisi come il Commissario Montalbano.
Dopo pranzo ci trasferiamo a Segesta per apprezzare la grandiosità della città degli Elimi, antico popolo preromanico della Sicilia Occidentale.
L’attore comico che fa parte del gruppo, ne approfitta per recitare alcuni versi nel magnifico teatro che si affaccia dal Monte Barbaro sulle vallate circostanti.
La Riserva Naturale dello Zingaro e il Cous Cous Fest
Il giorno successivo ritentiamo, con miglior fortuna, di affacciarci dai magnifici balconi della Riserva Naturale dello Zingaro.
Si tratta di una realtà davvero ben organizzata, che offre diversi centri visita inerenti la cultura e le tradizioni locali. Abbiamo l’opportunità di imparare come si utilizza la manna, un dolcificante estratto dalla linfa di Frassino e Orniello, due specie arboree piuttosto comuni alle quali è dedicato un centro visite. Per continuare, visitiamo il notevolissimo Museo della Tonnara dell’Uzzo e quello della Civiltà Contadina.
Interessante anche la possibilità di pernottare negli antichi borghi ristrutturati della riserva naturale come Sughero o Borgo Cusenza, nel quale incontriamo i forestali intenti nelle attività di restauro conservativo delle strutture rurali.
Le calette sono tante e sono una vera meraviglia, la nostra preferita è Cala Marinella. Qui, grazie ad una piccola grotta naturale, riusciamo a sfuggire alla calura.
In serata ci attende il Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo, un evento diventato motore trainante di tutto il turismo locale avente come filo conduttore questo piatto di influenza araba, reinterpretato dagli chef di tutto il mondo.
Nel nostro ultimo giorno di attività ci spostiamo verso ovest, per visitare la Riserva Naturale delle Saline di Trapani e Paceco.
La riserva naturale è gestita dal WWF che organizza il servizio di visite guidate. Le guide sono competenti sia sugli aspetti naturalistici e ornitologici dell’area, sia sugli aspetti produttivi della salina tuttora in funzione. L’elemento distintivo della riserva sono, oltre ai gruppi di Fenicotteri che osserviamo con facilità, i mulini a vento che venivano utilizzati come pompa idraulica per muovere l’acqua tra le vasche della salina allo scopo di separare i diversi sali presenti nell’acqua di mare dal sale da cucina (Cloruro di Sodio).
Ultima tappa del nostro viaggio è lo Stagnone di Marsala
Qui ci attende un’avventura che ci porterà a ripercorrere l’antica strada fenicia che giungeva dalla costa fino all’isola di Mozia. In verità la strada non esiste più e il nostro trekking si svolge immersi nell’acqua fino alla vita su quel che rimane del tracciato, ormai sommerso e sepolto da alghe marine.
L’emozione nel giungere alla porta nord dell’antica fortificazione dell’isola è tanta e la fatica comincia a farsi sentire, al punto che decidiamo di fare il ritorno comodamente in traghetto, godendoci il tramonto sullo Stagnone di Marsala in attesa di tornare a goderci sole, mare, cibo e paesaggi di questo estremo lembo d’Italia.
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