19 Gen Sul sentiero delle Sorgenti calde, uno dei trekking più belli al mondo.
Posted at 16:15h
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In Islanda, sul sentiero delle Sorgenti calde, uno dei trekking più belli al mondo.
Non è facile, partendo dai pochi appunti presi in viaggio, descrivere una terra così complessa e un’esperienza che suscita tanto grandi emozioni.
Il nostro itinerario fatto zaino in spalla da rifugio a rifugio per un’intera settimana è innanzitutto riscoperta dell’essenzialità.
E’ il riscoprire il valore delle piccole cose che sono spesso scontate: una doccia calda, un pasto semplice a fine giornata, il piacere di appoggiarsi su un letto comodo.
Per raggiungere l’inizio del nostro trekking ci spostiamo in pullman.
Iniziamo subito ad allontanarci dalla civiltà: la periferia di Reykiavik è simile a tante città europee, palazzi moderni, fabbriche, radi boschetti.
Il nostro itinerario fatto zaino in spalla da rifugio a rifugio per un’intera settimana è innanzitutto riscoperta dell’essenzialità.
E’ il riscoprire il valore delle piccole cose che sono spesso scontate: una doccia calda, un pasto semplice a fine giornata, il piacere di appoggiarsi su un letto comodo.
Per raggiungere l’inizio del nostro trekking ci spostiamo in pullman.
Iniziamo subito ad allontanarci dalla civiltà: la periferia di Reykiavik è simile a tante città europee, palazzi moderni, fabbriche, radi boschetti.
Siamo in luglio, la giornata è nebbiosa, la temperatura è mite ma sicuramente non è caldo.
Sparisce la nebbia e si apre di fronte a noi un paesaggio brullo, desolato, senza case né alberi né alcuna traccia di presenza umana, solo vaste distese di roccia coperta talora da esili erbe che danno l’idea di una terra alquanto inospitale per l’uomo.
Colonne di fumo di svariate forme e dimensioni si innalzano dal terreno e ci ricordano che quest’isola ha un cuore caldo che spesso diventa irrequieto e libera energia sotto forma di eruzioni e terremoti.
La sensazione è che la natura aspra e selvaggia domini incontrastata in questa terra.
All’inizio della nostra prima tappa ci attende un bagno termale nelle sorgenti calde di Landmannalaugar.
Siamo pronti per iniziare il nostro cammino: carichiamo gli zaini in spalla con tutto il necessario per i quattro giorni successivi, cibo, vestiti, sacco a pelo.
Camminiamo in salita per circa quattro ore, in mezzo alle fumarole bollenti e al ribollire dell’acqua sulfurea, circondati da paesaggi che ci fanno dubitare di essere ancora nello stesso mondo di prima, e alla fine, arriviamo nel tanto sospirato primo rifugio, stanchi ma soddisfatti.
Al colore arancione che domina il paesaggio da Landmannlaugar alle colline di Brennisteinsalda si sostuisce il bianco candido della neve di Hrafntinnusker.
Al risveglio in rifugio, la stanza è già inondata di sole e la prima colazione viene consumata all’aperto.
Siamo pronti per iniziare il nostro cammino: carichiamo gli zaini in spalla con tutto il necessario per i quattro giorni successivi, cibo, vestiti, sacco a pelo.
Camminiamo in salita per circa quattro ore, in mezzo alle fumarole bollenti e al ribollire dell’acqua sulfurea, circondati da paesaggi che ci fanno dubitare di essere ancora nello stesso mondo di prima, e alla fine, arriviamo nel tanto sospirato primo rifugio, stanchi ma soddisfatti.
Al colore arancione che domina il paesaggio da Landmannlaugar alle colline di Brennisteinsalda si sostuisce il bianco candido della neve di Hrafntinnusker.
Al risveglio in rifugio, la stanza è già inondata di sole e la prima colazione viene consumata all’aperto.
Il panorama alla luce del giorno, col sole già alto è tanto stupefacente da mozzare il fiato.
Ripartito il gruppo, nel giro di poche ore di cammino, raggiungiamo le vaste vallate verdeggianti di Aftalvatn col lago che si staglia alle spalle del nostro secondo rifugio.
Seguirà la giornata dei guadi sui torrenti glaciali. Guadare i torrenti islandesi è un’esperienza decisamente emozionante: alcuni torrenti si possono guadare indossando gli scarponi, i più profondi vanno affrontati togliendo le scarpe da trekking e calzando i sandali.
Il contatto del piede con l’acqua gelida è una vera prova di resistenza, in alcuni casi l’acqua arriva a superare la coscia, soprattutto sul fiume Thronga, nell’ultima tappa dell’itinerario.
Giungiamo infine a Thorsmork, il “bosco di Thor”, uno dei luoghi più apprezzati dagli islandesi. L’itinerario per la Stakksholtgia ricorda la scenografia del film “Il Signore degli Anelli”, una stretta gola e un’incredibile cascata all’interno della grotta nella quale termina il percorso, una vera meraviglia naturale.
Imperdibile è anche la salita al monte Valahnukur: pochi minuti di salita per ritrovarsi di fronte a un panorama meraviglioso a 360°!
Da lassù si sente solo il rumore del fiume Markarfljot, si ammirano il ghiacciaio Eyjafjall davanti a noi e il canyon seguito nei giorni precedenti.
Un raggio di sole illumina i meandri del fiume che scende verso il mare.
Il silenzio è il dominatore assoluto: soltanto il ritmo dei nostri passi, il rumore degli
scarponi sulla terra, e le nostre voci, spezzano quel silenzio.
Seguirà la giornata dei guadi sui torrenti glaciali. Guadare i torrenti islandesi è un’esperienza decisamente emozionante: alcuni torrenti si possono guadare indossando gli scarponi, i più profondi vanno affrontati togliendo le scarpe da trekking e calzando i sandali.
Il contatto del piede con l’acqua gelida è una vera prova di resistenza, in alcuni casi l’acqua arriva a superare la coscia, soprattutto sul fiume Thronga, nell’ultima tappa dell’itinerario.
Giungiamo infine a Thorsmork, il “bosco di Thor”, uno dei luoghi più apprezzati dagli islandesi. L’itinerario per la Stakksholtgia ricorda la scenografia del film “Il Signore degli Anelli”, una stretta gola e un’incredibile cascata all’interno della grotta nella quale termina il percorso, una vera meraviglia naturale.
Imperdibile è anche la salita al monte Valahnukur: pochi minuti di salita per ritrovarsi di fronte a un panorama meraviglioso a 360°!
Da lassù si sente solo il rumore del fiume Markarfljot, si ammirano il ghiacciaio Eyjafjall davanti a noi e il canyon seguito nei giorni precedenti.
Un raggio di sole illumina i meandri del fiume che scende verso il mare.
Il silenzio è il dominatore assoluto: soltanto il ritmo dei nostri passi, il rumore degli
scarponi sulla terra, e le nostre voci, spezzano quel silenzio.
Difficile riadattarsi alla vita di ogni giorno una volta tornati a casa: il mal d’Islanda esiste davvero!
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