Vita da Api: un concentrato di fiori in tavola

Vita da Api: un concentrato di fiori in tavola

Vita da Api: un concentrato di fiori in tavola

In queste fredde giornate invernali i pensieri sono tutti rivolti al camino e al buon cibo. La bella stagione sembra lontana anni luce. Ma in realtà, anche solo rimanendo fermi sul divano, possiamo farci un assaggio di primavera. Sembra impossibile.. e invece è molto semplice. Basta prendere un cucchiaino, un vasetto di miele.. e il gioco è fatto. Ma cosa si nasconde dietro quello che per secoli è stato definito il nettare degli dei? Andiamo a scoprirne insieme i suoi aspetti più curiosi!

Di mieli ne esistono tanti tipi, suddivisi prima di tutto per origine. Il più noto è sicuramente il miele di millefiori, che come già dice il nome, è il frutto del raccolto di tanti fiori. Ma esistono anche mieli monofloreali, ovvero ricavati quasi esclusivamente dal nettare di un solo fiore, come il miele di acacia, di castagno, di agrumi, di coriandolo, di tiglio…

Il miele non è altro che l’elaborazione del nettare raccolto dai fiori. Viene immagazzinato dalle api operaie in celle particolari, un po’ più grandi e inclinate. Se conservato nel modo giusto si mantiene per anni. Basti pensare che nella tomba del faraone Tutankhamon sono stati ritrovati vasi con miele conservato perfettamente, stagionato per 4000 anni!

 

È costituito da zuccheri semplici, facilmente digeribili. In più è privo di grassi, contiene proteine nobili, vitamine e sali minerali. Le sue mille proprietà non riguardano solo il gusto. A renderlo pregiato sono anche il suo potere energizzante, antibatterico, disinfettante e cicatrizzante. Tant’è vero che sarebbe preferibile spalmare il miele sul corpo piuttosto che ingerirlo.

Ma vediamo un po’ di numeri. È stato stimato che per produrre un kg di miele millefiori servano circa: 2.737.500 fiori, 3.000 ettari di campo e 6.000.000.000 di km di volo. Numeri che solo insetti laboriosi come le api possono sostenere.

Quest’anno il raccolto di miele ha subito un forte calo, circa un 70% in meno rispetto agli anni scorsi. E questo non è che il primo segnale di un micromondo (quello delle api) che è sempre più in pericolo, minacciato da pesticidi, parassiti e stress ambientali. Noi possiamo ancora fare qualcosa, per esempio facendo attenzione a non utilizzare prodotti a base di neonicotinoidi contenuti in erbicidi e pesticidi irrorati nei nostri giardini. Un prato con alcune porzioni mantenute incolte diventa molto attraente per questi piccoli impollinatori e decisamente prezioso per la biodiversità.

Luca Dori