
04 Mar I vulcani delle isole Eolie, meraviglie scolpite dall’acqua e dal vento
I vulcani delle Isole Eolie sono un laboratorio a cielo aperto per geologi e naturalisti sin da tempi più remoti, Mandralisca e Deondant Dolomieu sono stati tra i primi che si sono interfacciati con la natura di questi ambienti. Tuttora queste isole sono studiate e monitorate in quanto presentano evidenze di attività vulcanica primaria come le esplosioni ritmiche dello Stromboli e secondaria come l’attività fumarolica a Vulcano, Lipari e nei fondali di Panarea.
Tutte le sette isole (Vulcano, Lipari, Salina, Panarea, Stromboli, Filicudi e Alicudi) sono di origine vulcanica ed il loro apparato vulcanico si erge dagli abissi a circa 2000 metri di profondità, quindi le isole che vediamo sono soltanto l’apice emerso di strutture imponenti. Oltre a questi vulcani emersi ci sono altri vulcani sommersi (seamount) localizzati alle estremità delle isole (Sisifo, Enarete, Eolo, Lamentini, Alcione).

Panorama da Vulcano sulle altre isole, da sinistra: Alicudi, Filicudi, Salina, Lipari, Panarea, Stromboli
Le isole Eolie sono un arco vulcanico, la disposizione geografica Alicudi, Filicudi, Salina, Panarea e Stromboli sono disposte a forma di arco orientato all’incirca est-ovest che intercetta in corrispondenza di Salina una linea immaginaria tra quest’ultima Lipari e Vulcano. La disposizione della suddetta linea delle isole maggiori è da ricondurre ad una faglia regionale molto importante che rappresenta un via preferenziale di risalita del magma e che si sviluppa dalle Isole Eolie e Malta (ETLM= Eolie Tindari Letojanni Malta). Il risultato nella forma dell’arcipelago eoliano è una sorta di Y.

Disposizione a Y delle isole dell’arcipelago eoliano
La disposizione ad arco è tipico delle zone di subduzione, vale a dire quelle zone della crosta terreste dove una placca, in questo caso quella africana, scorre sotto un’altra, quella europea a causa dei movimenti di queste legati alla deriva dei continenti. In questo caso ci troviamo in un contesto geodinamico di compressione, la placca africana spinge verso la placca europea incuneandosi al di sotto. Ad una certa profondità e con l’aumento della temperatura e della pressione la crosta africana formata da rocce di diversa composizione inizia a fondere e a produrre nuovo magma, questo risale per differenza di densità fino a sbucare sulla superficie della crosta europea sovrastante e dove ha luogo la costruzione di una serie di vulcani.
I vulcani eoliani sono degli stratovulcani, se ci immaginiamo di tagliarli a metà e di ottenere una sezione verticale vedremmo una serie di strati inclinati che partono dal condotto vulcanico e scendono verso i margini. I vari strati rappresentano i diversi eventi eruttivi che possono essere colate di lava oppure depositi di prodotti piroclastici (ceneri, lapilli e bombe) di caduta o di flusso.

Il sistema di formazione deali archi vulcanici
Una particolarità vulcanica molto semplice e interessante da osservare in questo arcipelago sono i neck vulcanici, ovvero ciò che rimane del magma solidificato lentamente all’interno del camino di un antico vulcano quando l’attività si arresta. Questa parte, grazie alla solidificazione lenta del magma diventa la parte più resistente all’erosione marina, quando tutto il resto dell’edificio vulcanico viene smantellato dalla forza del mare e degli agenti atmosferici rimangono parti di questi centri eruttivi a ricordarci dove in passato era il nucleo del vulcano. Esempi di neck sono Strombolicchio a Stromboli e Scoglio Faraglione nella baia di Pollara a Salina.

Il neck di Strombolicchio
Queste isole sanno stupire e meravigliare il viaggiatore, ad ogni scorcio si rimane sbalorditi da tanta bellezza. Inoltre, in questi luoghi è possibile ricostruire e spiegare cruciali eventi geologici della Terra e capirne gli affascinanti processi vulcanici.
Vi aspetto alle Eolie!
Genny Battocletti